Molto spesso, troppo spesso, si sente parlare di bio-architettura ed eco-sostenibilità in edilizia senza mai soffermarsi a riflettere su quegli aspetti alla base dei quali nasce un movimento che mira alla compatibilità ambientale intesa come convivenza tra uomo e ambiente. Comunemente il committente che si interfaccia con l’architetto attento alle problematiche ambientali crede di trovarsi di fronte ad un attivista ecologista radicale che oltre a voler utilizzare materiali costosi e fuori dal comune è intento a risolvere il problema ambientale globale cercando di far pagare a lui lo scotto dell’incuria e della disattenzione di altri; invece i nuovi e più moderni materiali (gli isolanti) e sistemi tecnologici (la domotica), seppur economicamente più onerosi, a fronte di un investimento iniziale, aiuterebbero a risparmiare nel tempo inutili sprechi energetico/economici e a migliorare l’impatto sull’ambiente. La storia dell’essere umano può essere letta come una ricerca costante di questo equilibrio, nel tentativo di poterne controllare le espressioni di “sfida”. La razionalità libera l’uomo dal vincolo dell’adattamento organico all’ambiente e lo rende capace di trasformare la natura secondo le proprie necessità con metodologie e tecniche appropriate. Nella moderna società post-industriale ogni individuo si confronta quotidianamente e costantemente con la tecnologia e, proprio per questo, è giunto ad essere in grado di notare che ai molteplici benefici che sono stati apportati fanno sempre più spesso riscontro i problemi sociali che dalla sua applicazione ne derivano: distruzione ambientale, sconvolgimenti climatici, esaurimento e scarsità delle risorse, generale impoverimento sociale. Mentre il consumo finalizzato al bisogno è fattore di arricchimento umano, il bisogno creato dal consumo presuppone e favorisce, invece, l’impoverimento sociale (consumismo sfrenato). La tecnologia, sotto questo aspetto, provoca un immane consumo e dispendio di energia. Un rapporto di scambio armonico con la natura implicherebbe quindi solo un utilizzo delle risorse naturali a discapito di uno sfruttamento insensato, darebbe la possibilità di valutare i costi di produzione dei beni non solo in termini economici, ma anche in termini ambientali, dando la possibilità di avvantaggiare i processi meno dannosi anche se nel breve periodo dovessero risultare più costosi. L’approccio architettonico eco-sostenibile vuole quindi rispondere alle esigenze ambientali attraverso progetti a basso consumo energetico che soddisfino contemporaneamente sia le esigenze tecnologiche ed estetiche sia quegli obiettivi ambientali ed ecologici primari comuni a tutti gli individui:
Il termine “tecnologia appropriata” viene spesso erroneamente utilizzato come sinonimo di “tecnologia alternativa”, perché legato al problema della risorsa identificata come bene energetico. Quando si parla di tecnologia appropriata si vuole quindi intendere una tecnologia che punti verso il traguardo sociale di:
Progettare in funzione ecologica non significa quindi l’abbandono della tecnologia, ma una specifica riforma dell’atteggiamento umano, scientifico e tecnologico nei confronti dell’ambiente; infatti da un pensiero di tipo riduzionistico e fine a se stesso, bisogna passare ad un pensiero più attento alle conseguenze sull’ambiente naturale ed eticamente allargato a più campi, che tengano come punto di riferimento fondamentale l’ambiente.
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Giugno 2020
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